autoritratto

Paolo Monello, nasce a Padova nel 1962. Comincia a fotografare nel 1970, con la sua prima fotocamera, una Bencini Comet II. L'approccio, inizialmente ludico, si trasforma nell'arco di pochi anni in uno spiccato interesse per la fotografia di architettura e lo still-life che, in seguito, diventeranno i "cavalli di battaglia" del suo percorso creativo e professionale. Autodidatta, si appassiona alla camera oscura, sperimentandone le tecniche, apprendendo la vera "anima" della fotografia. All'inizio degli anni '80, interrompe il corso di studi universitari. Concluso il servizio di leva, come fotografo aggregato alla Brigata meccanizzata "Gorizia", intraprende l'attività professionale. Freelance dal 1985 al 1988, realizza i primi reportage per l'editoria e si avvicina al mondo della fotografia pubblicitaria. Nel 1989 Apre il primo studio fotografico, un piccolo "loft", luogo in cui vivrà per 10 anni e dove vedrà concretizzarsi e maturare la propria professione. Nel 1999, viste le numerose opportunità e la crescente richiesta apre uno studio più strutturato dove produce immagini destinate alla comunicazione, in particolare per l'arredamento, l'abbigliamento e L'artigianato del vetro di Murano. Un periodo durante il quale è anche molto richiesto il reportage industriale e architettonico, opportunità per le quali sarà spesso e volentieri in viaggio. Sono anni in cui, è bene ricordarlo, sta cambiando il destino professionale di almeno una generazione di fotografi, sotto il segno della grande rivoluzione digitale. Rivoluzione che ha imposto una radicale ristrutturazione del reparto tecnico, di una parte importante delle attrezzature di ripresa, nonché reso inevitabile un ulteriore aggiornamento professionale adeguato alle nuove tecnologie. Nel 2001 è tra i primi fotografi in Italia a credere nel sistema digitale di ripresa fotografica. In un clima di forte scetticismo, soprattutto tecnico, in favore della pellicola, inizia un periodo di metamorfosi professionale tuttora in corso. Ormai desueta, la figura del fotografo, nel senso tradizionale del termine, implementa le attività di ripresa con le numerose applicazioni offerte dalla tecnologia virtuale, alla costante ricerca di nuovi territori della comunicazione. ("Malgrado il buio, economico e culturale, che avvolge il pianeta".)

Sinar P 20x25

1989

Ciò che mi ha sempre stupito è stato il constatare come, la figura del fotografo, sia tenuta in particolare considerazione;

Hasselblad H2

2009

libera di muoversi, con totale disinvoltura, dai reparti di produzione ai "piani alti" dei consigli di amministrazione.

Nikon D3x

2019

Un "viaggio", attraverso territori sconfinati e dagli orizzonti sempre diversi. Affascinante e vitale, un grande privilegio.